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giovedì 4 aprile 2013

Diario di viaggio semiserio in attesa della fine del mondo – Il mondo Maya e il 13° Ba’aktun (II parte))



I riti religiosi indigeni.

Durante l’epoca della conquista, la religione cattolica venne imposta con la forza e gli innumerevoli dei pagani vennero sostituiti dai Santi dei Cristiani.
Nacque così un sincretismo religioso che sopravvive tuttora e che, anzi, sta prendendo sempre più piede nella società d’oggi.
Due esempi per tutti: il culto di Maximon, o di San Simòn, Dio Maya rivestito da panni europei per sottrarlo alla distruzione da parte degli spagnoli, che
di quello del rifiorire dei culti tradizionali collegati alle antiche credenze maya.


L’appuntamento era presso un edificio dedicato a Maximon, dove avremmo assistito ad una benedizione impartita a dei malati da parte di una sacerdotessa curatrice. Il luogo ricordava più un’autorimessa circondata da misere casupole dove venivano vendute, oltre a generi di prima necessità, mazzetti di erbe considerate curative e si buon auspicio. La gente, prima di entrare nel cortile, comprava codesti talismani e poi si metteva in fila in attesa di transitare di fronte alla santona che stava su di un pianerottolo elevato rispetto alla fila dei postulanti. Le pareti del “tempio” erano letteralmente coperti da effigi sacre di ogni genere e di ogni religione, in un guazzabuglio incredibile. Una tale confusione di effigi religiose le avevo già viste a Singapore in un tempio taoista. Alla mia richiesta di spiegazioni mi era stato detto che questo era per onorare ogni divinità poiché, non sapendo esattamente quella che effettivamente “regnava” nell’aldilà, era saggio averla pregata ameno una volta!!
Comunque le nostre eroine, armate di mazzetto odoroso e di buona volontà, si misero in fila in attesa di una benedizione che avrebbe sanato loro sia l’anima che il corpo…
Quando un fedele si presentava davanti alla sacerdotessa veniva nebulizzato da un liquore dolciastro che lei, prima ingurgitava, poi spruzzava sul malcapitato, facendolo passare per una fessura tra i denti davanti, questo non una ma più volte, secondo la malattia dell’orante. La continua assunzione di liquore provocava nella sciamana un evidente stato di “euforia alcolica” che si manifestava nella difficoltà di mantenersi salda sulle gambe, creando buffe piroette della medesima.
La prima a defilarsi fu la sciura che decise di uscire a gambe levate, seguita subito dalle sabaude dame orripilante da tale “doccia” sacra. Sul sagrato vennero accolte da indios che per voto avevano fatto un lungo percorso in ginocchio e che lasciavano dietro loro una lunga scia di sangue…

Nel nostro programma erano statr fissate tre cerimonie maya, una a Iximchè, una sul lago Atitlàn e una a Tikal,

Iximchè è un sito archeologico molto bello tra Antigua e il lago Atitlàn, ultima capitale di un regno maya indipendente prima della definitiva creazione del vicereame del Guatemala. Il tempo non prometteva nulla di buono fu così che due nonnine decisero di equipaggiarsi al meglio in caso di pioggia…dalle loro valigie uscirono k.way, piumini, cappelli impermeabili, maglioni, guanti, sciarpe e ombrelli, il necessario insomma per una spedizione artica! Credo che il borsone di Mary Poppins, in confronto ai loro zainetti, avrebbe fatto una magrissima figura!
L’arrivo delle due, ormai trasformate in omine Michelin, provocò nel resto della compagnia un coro di “sceme, sceme” che fecero sobbalzare le raminghe anime che si aggiravano in quella città perduta. Fu lì che, davanti alle prime piramidi, si fece largo, nelle menti perverse delle ottuagenarie, l’idea della scalata…ma questo sarà materia di un’altra puntata.
Torniamo alla nostra cerimonia: in fondo al sito, dove si incontra una delle tre scarpate che delimitavano la città e che ne costituivano anche difesa, al riparo da occhi indiscreti, sorge un tumulo coperto da offerte votive, meta ideale di torme di cani randagi che qui trovano di cui cibarsi, sostavano tre gruppetti di persone in preghiera davanti a dei falò. La nostra guida spirituale, uno sciamano che aveva immediatamente colpito le nostre eroine per prestanza fisica e per l’aspetto altero e misterioso, ci spiegò a sommi capi come si sarebbe svolta la cerimonia propiziatrice. Intanto venne acceso un fuoco con materiali resinosi, al quale vennero aggiunte offerte di vario tipo, poi estrasse una serie di candeline di vario colore, ognuna delle quali propiziava un determinato desiderio. Esse dovevano essere gettate tra le fiamme ad un preciso ordine dell’officiante.
Fin qui tutto bene, tranne l’odore pungente e il calore quasi insopportabile, finchè, vicino a noi non giunsero delle persone guidate da una donna che portava un gallo ed una gallina,,,

Come ci venne spiegato in seguito, si stava svolgendo una cerimonia di magia nera tesa a ridare la fertilità alla ragazza, persa, a suo dire, a causa di un malocchio. Immaginate l’orrore delle nostre eroine all’assistere , in diretta, alla decapitazione e al seguente incenerimento delle povere bestiole! Il sangue venne fatto colare sul tumulo di offerte, poi, dopo le invocazioni di rito, le carcasse vennero anch’esse deposte sulla sacra pira e bruciate. Chiudete gli occhi e immaginate la scena: eravamo letteralmente tra due fuochi, cotti a puntino davanti e dietro e, a secondo dove spirava il vento, investiti o da un odore composto da erbe aromatiche e candele di paraffina o, al contrario, da un olezzo nauseabondo di penne e carne bruciata…il tutto senza la possibilità di abbandonare il luogo pena gravissime sventure!

Per combattere la nausea, dalle capaci borse delle amazzoni uscirono le famose ampolle di Acqua di Colonia, tanto care alle donne di inizio Novecento e ormai soppiantate da decine di essenze dai nomi esotici e dai costi proibitivi. Dopo innumerevoli invocazioni agli antenati, alle divinità del Cielo, della Terra e degli Inferi, la cerimonia ebbe termine. Tutti noi, cotti a puntino e puzzolenti da far schifo, ci allontanammo da quell’ara sacrificale e ci dirigemmo, quasi di corsa, verso il bagno più vicino nella vana ricerca di una fonte d’acqua purificatrice.



Fine II parte

martedì 2 aprile 2013

Diario di viaggio semiserio in attesa della fine del mondo – Il mondo Maya e il 13° Ba’aktun (1°parte)


 LA PARTENZA                                                 

Erano ormai anni che i media ci martellavano sull’imminente fine del mondo, predetta secoli fa dalle profezie di molti popoli antichi, primi fra cui i Maya.

Ed ecco che la richiesta di organizzare un tour in Centroamerica proprio in coincidenza con lo scadere dell’infausto oracolo, galvanizzò, e non poco, l’ambiente normalmente tranquillo e ovattato dell’Abbey Travel.
Il gruppetto era composto da tre “madame” subalpine e da una “sciura” meneghina, famigerata amica del nostro eroe, con il quale aveva già condiviso mostruose avventure in giro per il mondo.
L’appuntamento con la “fanciulla milanese” venne fissato a Madrid al gate d’imbarco per Città del Guatemala. Fatte le dovute presentazioni, ci imbarcammo e iniziò un lungo viaggio verso il paese dei quetzal…
Sbarcati nel tardo pomeriggio, venimmo subito trasferiti ad Antigua, meravigliosa città coloniale, ai piedi di numerosi vulcani attivi, il Volcan de Agua, de Fuego e l’Acatenango. Saranno stati il clima meraviglioso, il paesaggio tropicale o i cibi succulenti, fatto sta che le quattro nonnette, appena poche ore prima testimonial di qualche casa di riposo, si trasformarono in quattro balde amazzoni, pronte a conquistare di nuovo, cinquecento anni dopo, l’impero del Giaguaro.

I MERCATI           

Ma prima si trasformarono in voraci e assatanate ammazza-quetzales    (la moneta  uatemalteca)…ecco come.
                                                                                            
I discendenti dei Maya, lasciate le città dello Yucatan, si stabilirono sull’altipiano dove convissero, per un breve periodo, due capitali: Iximchè, quella maya, e Tecpan, quella dei conquistadores. Qui svilupparono sia l’agricoltura, agevolata dal clima mite, e l’artigianato.
L’artigianato…soprattutto tessile, un arcobaleno di colori da abbagliare ogni comun mortale, tinte e sfumature di rosso, giallo, blu, arancione, verde, un caleidoscopio “a coda di pavone” da far girar la testa, da stordire anche il più avvezzo frequentatore di mercati all’aperto d’Europa.
I primi a tremare furono i vari Bancomat del luogo, letteralmente svaligiati dalle italiche turiste che, come cavallette fameliche, si gettarono sui banchetti degli allibiti indigeni. Fu così che tovaglie, pezze di stoffa, canovacci, maglie, magliette, cappelli, porta oggetti , ritagli di cuoio dipinti, statuette maya (made in Taiwan), articoli in paglia ecc.ecc. passarono velocemente di mano e di…continente! 


I due mercati che attirano di più i turisti si trovano a Chichicastenango e a Panajachel, cittadina che si rispecchia nelle acque del lago Atitlàn. In quest’ultimo paese scoprirono un negozio all’ingrosso di “bamboline scaccia-guai”, porta-fortuna in stoffa coloratissima e a prezzi incredibilmente bassi. Morale della favola a Torino e a Milano le case traboccano di tali talismani dalla dubbia efficacia, vista l’attuale situazione del nostro Paese. 


Oltre le stoffe, i mercati indigeni offrono ogni sorta di frutta e verdura, sementi e alimenti, cornucopia di prelibatezze in ogni periodo dell’anno, visto che il Guatemala è conosciuto come il “Paese dell’eterna Primavera” Quello che colpisce di più sono i vari tipi di granturco, giallo, blu, bianco e rosso, e la grande varietà di peperoncini, da quelli dolcissimi a quelli…mostruosamente piccanti! Una vera gioia per gli occhi, non tanto per ll naso, colpito da olezzi non sempre piacevoli, soprattutto di fronte ai banchi che offrono carni dalle dubbie origini e ai venditori di pesce secco, dal pungente odore di putredine.
Continua…

giovedì 28 marzo 2013

SARANNO I NOSTRI EROI BANDITI DA OGNI FUTURA MANIFESTAZIONE TURISTICA?


Carissimi amici, vi ricordate l’articolo che parlava della vincita di Valeria al roadshow di Israele? Ebbene quello che era solo un bisbiglio, piano, piano si è trasformato in refolo, poi in brezza e via via si è ingrossato rinforzando a bora, a ciclone, a tornado…ATTENTI ai rappresentanti di Abbey Travel, se partecipano loro, fanno man bassa degli omaggi estratti nei vari eventi…

Ma andiamo con ordine.

Nel giro di quindici giorni si sono svolti due eventi importanti per divulgare la conoscenza turistica di due paesi dell’Estremo Oriente: il Giappone e la Corea del Sud. 

Il primo si è svolto presso l’hotel AC Torino dove, sotto una pioggia battente, il nostro eroe si è recato puntualissimo alle diciotto come da programma. Dopo una buona mezz’ora sono incominciati ad arrivare i primi ospiti e, verso le diciannove la sala ha cominciato a riempirsi.
Per poter partecipare alla cena ed alla estrazione bisognava riempire un “passaporto” visitando almeno dieci espositori specializzati sulla destinazione. Terminato questo tour-de-force,  ho atteso pazientemente l’inizio della presentazione vera e propria dell’Impero del Sol Levante.
Oratore d’eccezione era il responsabile dell’Ente del Turismo giapponese di Parigi che in fluente giapponese ha iniziato a snocciolare dati e grafici sui flussi turistici dei vari paesi europei verso il suo paese. Il tutto tradotto da una simpatica ragazza dell’Ambasciata di Roma. Sarà che il giapponese non è il mio forte, che grafici e tabelle non fanno parte della mia natura, fatto sta che sono scivolato fra le braccia di Morfeo per alcuni istanti…poi uno dei due momenti più attesi della serata…l’estrazione dei premi messi in palio dai vari tour operator.
Il primo premio era un transfer aeroporto-hotel-aeroporto a Tokyo in limousine, che, fortunatamente è andato ad una signora che sopraffatta da tanta fortuna, sta ancora adesso cercando di piazzare il voucher vinto su Ebay
Poi, via via, gli altri, fino all’ultimo. Il nostro eroe, ormai  rassegnato all’ennesima debacle, non patè credere ai propri orecchi quando venne scandito il suo nome: Pierluigi Bertotti di Abbey Travel! Il premio? Un funzionalissimo trolley da viaggio.
A seguire un cocktail con prelibatezze italo-giapponesi.

E con questo fanno due su due.                 

Mercoledì scorso l’appuntamento era presso la Casa del Barolo in via Perugina, 26, dove Korean Air e l’ente del Turismo della Corea presentavano il Paese del Placido Mattino alle agenzie torinesi.
Il locale è veramente intrigante, ampio e arredato con gusto, dove fanno bella mostra di sé centinaia di bottiglie di vino pregiato. Il benvenuto è stato dato dal signor Jay Park, direttore generale dell’ente turistico coreano e dal signor Gianfranco Pizzolla della Korean Air che hanno illustrato le bellezze di questo lontano paese asiatico,. Un breve, ma intenso filmato ha concluso la presentazione.
E’ seguita una cena squisita, innaffiata da un Prosecco eccellente, e dall’immancabile estrazione…ebbene ben due premi su una decina sono andati all’Abbey Travel, nelle persone di Giorgio e del sottoscritto: un modellino per il Capo e una sveglia da viaggio per me.

Si vocifera in ambienti vicini al settore viaggi e turismo di una richiesta di esclusione perpetua dei nostri rappresentanti ad ogni futura estrazione, pena il boicottaggio di ogni manifestazione da parte di agenti di viaggio, tour operator, rappresentanti di Enti turistici e chi più ne ha, più ne metta!!
Per concludere,  una preghiera alla Dea Bendata. “Oh Fortuna che elargisci doni e regalie a noi, miseri mortali, volgi il Tuo sguardo altrove, almeno per uno o due show, al fine che l’umana invidia non colpisca noi, umili servi nella vigna di Giorgio Fascio!”
Amici, al prossimo appuntamento, sperando di scrivervi dall’altro capo del mondo…destinazione VINTA, naturalmente! 

lunedì 28 gennaio 2013

Scambiamoci ricette per viaggiare!

La domenica è fatta per riposarsi, svagarsi, mangiare!!
Sembra strano pensare che anche in questo modo uno possa viaggiare, eppure...
Un pranzo tra amici, uno di quelli in cui ognuno porta qualcosa, per evitare che il padrone di casa lavori tutta la mattina rinunciando quindi al suo meritato riposo...
Dal Makhani
Si inizia con gli affettati, qualche oliva, frittatine, una italianissima pasta con i pomodorini e poi qualcuno dice " Ragazzi, ho voluto provare una ricetta nuova, non assicuro nulla..sentite se vi piace!"
Riconosco subito il piatto e mi si accende un sorriso, lo adoro ma voglio prima assaggiarlo per verificare se è proprio lui.
Ne prendo un cucchiaio e posso finalmente dire "che buono questo dahl*!".
Il cuoco è visibilmente contento del mio apprezzamento, che viene subito condiviso da tutti.
E' un piatto semplice ma gustoso, come tutti i piatti caratteristici della cucina indiana.

Mentre gusto queste lenticchie la mia mente torna al viaggio che mi ha fatto innamorare dell'India e si riaccende in me la voglia di partire per conoscere altre meraviglie di quel subcontinente così vasto e sorprendente; condivido con i miei amici qualche aneddoto, qualche ricordo che riaffiora e mi fa sognare...

L'India e i suoi odori, L'India e i suoi colori e quello che più mi aveva sorpreso...L'India e i suoi suoni.
E' indescrivibile la sensazione che si vive quando si assiste alla puja, la preghiera di adorazione, nella città santa di Varanasi, sulle rive del Gange.

Nella mia mente è indelebile il ricordo di quel rituale fatto di tamburi, campane, mantra e i movimenti lenti ma precisi dei bramini che guidano l'orazione. I rintocchi e l'incessante preghiera collettiva creano una atmosfera quasi ipnotizzante.
Ma l'India è molto altro...

Ritorno al mio piatto, che nel frattempo ho svuotato, e chiedo la ricetta..proverò a cucinarlo ogni volta che sentirò l'irresistibile voglia di un viaggio in India!

Che ne dite di uno scambio? Abbey Travel aspetta le ricette dei vostri viaggi!!
Certo, sarebbe solo un assaggio, per il viaggio vero vi aspettiamo qui: www.abbeytravel.it


*Con il termine dhal vengono indicati tutte le leguminose: piselli secchi, fagioli e lenticchie. Ne esistono centinaia di varietà, ma i più utilizzati nella cucina indiana sono masoor dhal (lenticchie rosse decorticate) and chana dhal (ceci decorticati). La parola dhal designa anche il piatto finito.

venerdì 25 gennaio 2013

Il viaggio riparte da quì! siete dei nostri?



A volte si sente dentro  la voglia di iniziare una grande impresa, una di quelle cose che richiedono impegno, costanza, fatica, dedizione..una di quelle cose che può portare a grandi risultati o al nulla, lasciando quella fastidiosa sensazione di non essere riusciti.
Tante volte, a causa di tutti questi pensieri, quella voglia resta inascoltata, accantonata e quindi inespressa...
Altre volte ci si fa coraggio e si cerca semplicemente di rispondere a quella voglia ( magari facendo una premessa come quella che avete appena letto, mettendo quindi le mani avanti..)

L'"impresa" in questione va messa tra virgolette, non si tratta di scalare vette inaccessibili, nè di inventare qualcosa che rivoluzionerà il mondo...

Si tratta più semplicemente di ridare vita a questo blog, o meglio, farlo diventare un vero blog!
E questa, credetemi, è un'impresa per chi non ha molto tempo a disposizione e non ha  idea di come funzioni questo popolatissimo mondo di bloggers!

Oggi, quella voglia che sentiamo dentro desideriamo seguirla...e lavoreremo per arricchire e rendere sempre più interessante e viva questa pagina.

Abbey Travel si occupa di viaggi, e se ne sarà reso conto chi su questa pagina è già atterrato altre volte e ha potuto leggere i diari di viaggio scritti in questi anni!
Tuttavia, in questa pagina non troverete solo questo... organizzare viaggi, a parte l'aspetto tecnico, significa avere a che fare con delle persone che hanno sogni, aspirazioni, imprese da iniziare.
E' per questo motivo che questa pagina parlerà non solo di luoghi, ma anche di persone....di noi, di voi...

Per fare questo c'è bisogno del contributo di tutti noi e dei nostri amici...Contiamo su di voi!

E chi di voi oggi sente la spinta giusta per iniziare la sua personale "impresa"...lo faccia e la condivida con noi!! L'unione fa la forza!!!

giovedì 24 gennaio 2013

L'IMPERO MONGOLO - tratto da CLUP GUIDE MONGOLIA


Mao Ze Dong scrisse nel 1945 che "il popolo, e solo il popolo, è la forza motrice che crea la storia del mondo". Chissà se l'illustre statista cinese, mentre esplicava il suo pensiero, aveva in mente la storia del popolo confinante, un tempo nemico? Poche genti riuscirono a dare esempio di compattezza e solidità quanto il popolo mongolo durante il regno di Gengis Khan. Alla morte del condottiero, secondo la sua volontà, i suoi 4 figli gestirono il potere, ma l'impero restò ben unito, al riparo da qualsiasi  tendenza separatista, apparentemente retto da una solida e unica volontà.
Successore di Gengis Khan fu designato Ogedei, suo terzo figlio, che regnò dal 1228 al 1241 cercando di dare consistenza e sicurezza a ciò che il padre aveva ceato. Ogedei organizzò l'impero attraverso il censimento della popolazione soggetta a tributo, un razionale sistema di riscossione delle imposte e l'arruolamento forzato dei suoi giovani sudditi. I principi dei territori assogettati non vennero rimossi , ma alle loro corti si insediarono luogotenenti  del nuovo Khan: i principi stessi dovevano fare atto di obbedienza al signore e ottenere la conferma dell'investitura. Ogedei dimostrò particolare interesse e apprezzamento per il buddhismo lamaista e ne favorì il diffondersi invitando nella capitale mongola monaci e maestri di quella religione.
Nel frattempo l'esercito procedeva sulla via delle conquiste militari, spingendosi sempre più lontano, verso occidente. Arrivò così lontano e a fondo nel cuore dell'Europa da preoccupare seriamente la Chiesa di Roma. Quel popolo lontano , avvolto nel mistero, era una realtà che incuteva paura.
Ma non solo paura. Quando infatti i Mongoli attaccarono l'oriente mussulmano, gli occidentali, impegnati nella VII Crociata, pensarono di farne un potente alleato contro l'Islam. Inoltre, la stabilità dell'impero mongolo apriva una via sicura per i commerci di seta e spezie con il lontano oriente, e il pluralismo religioso (molti membri della famiglia del Gran Khan erano cristiani) costituiva un'ulteriore garanzia per i viaggiatori. La Chiesa, e con essa l'Europa, fu divorata dalla curiosità.
In quegli anni una missione domenicana partì da Lione con l'intento di evangelizzare i popoli pagani dell'Asia. Il primo incontro fra il monaco Ascelino da Cremona e un generale mongolo, di nome Baidu, viene così descritto dallo storico Jean Paul Raux: "Commise uno sbaglio dietro l'altro. Per esempio, si presentò senza regali, ignorando che i principi mongoli non concepivano una conversazione che non fosse accompagnata da doni e offerte di tesori. Per rimediare a questa mancanza avrebbe dovuto sminuire la sua persona, ma egli la identificò con quella del Papa che rappresentava, e quindi rifiutò categoricamente di fare le tre genuflessioni di rito. Si sarebbe inginocchiato solo se Baidu si fosse fatto cristiano ..."  La missione diplomatica che il domenicano non riuscì a portare a termine, vide invece il successo del francescano Giovanni da Pian del Carmine, nominato poi vescovo di Antivari e grande viaggiatore d'oriente il quale, nel 1246, raggiunse la capitale mongola e incontrò il nuovo Khan. Guyug, figlio di Ogedei, non fu timido con il Papa e scrisse in termini chiari: "Per volere di Dio, dal sol levante fino ad occidente, tutti i territori ci sono stati concessi (...) Tu, di persona, alla testa di Re, tutti insieme, senza eccezione, venite a offrirci sevigi e omaggi. In quel momento conosceremo la Vostra sottomissione".
Nel 1241, dopo la morte del Gran Khan, le lotte le lotte per il potere che ne seguirono diedero inizio alla disgregazione dell'Impero e l'avanzata dei Mongoli in Europa si arrestò. Kubilai, Gran Khan dal 1260 al 1294, trasferì la capitale da Karakorum a Khanbalik (l'odierna Pechino), intrecciò rapporti con l'Europa e accolse con grandi onori Marco Polo, affidandogli anche incarichi di diplomatici. Sotto il suo regno, molto tollerante nei riguardi di tutte le espressioni religiose, l'estensione territoriale del suo impero fu immansa: ma la decadenza era ormai vicina: La lotta fra signori feudali, i popoli assogettati desiderosi di indipendenza e di autonomia, la dinastia nazionalista Ming vittoriosa in Cina, obbligarono, nel 1368, la Corte Imperiale a far ritorno nell'antica capitale Karakorum.
Nel corso del XIV secolo, poi, l'animazione che regnava lungo le vie carovaniere rallentò ed ebbe termine: in particolare a causa dell'epidemia di peste che devastava l'Europa dal 1348, e in parte proprio per la fine dell'impero unificato. I territori si frantumarono, nuove frontiere sorsero. La dinastia Ming prese il potere e completò la riconquista della Cina nel 1387.
Da questo momento in poi la via di terra all'Oriente venne progressivamente abbandonata in favore di quella marittima: la Cina e il Giappone si raggiungevano ormai percorrendo le nuove rotte, e la Mongolia non si trovò più al crocevia di razze, commerci e religioni.

giovedì 21 ottobre 2010

LE AZIENDE TORINESI AI PRIMI POSTI NEL WEB

Internet in questi ultimi anni ha avuto dei cambiamenti abissali, come struttura e affluenza di traffico. Sfogliando tra le varie pagine web è possibile trovare qualsiasi tipo di prodotto in commercio nel mercato non solo italiano, ma globale. Questo spazio vogliamo dedicarlo ad un’ azienda leader nel settore dei viaggi.
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Abbey Travel di Torino nasce come tour operator per viaggi di gruppo e pellegrinaggi, specializzato in veri e propri tour religiosi, accompagna ogni anno centinaia di pellegrini e turisti in Israele, Giordania ma anche nelle meno note Armenia, Uzbekistan. Tra le destinazioni più servite non mancano i paesi del centro e est Europa, i piu lontani paesi asiatici anche se sta espandendo il raggio di azione al turismo culturale in Torino e in tutta Italia.
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L’agenzia vuole dedicarsi completamente alla soddisfazione del cliente e mette in azione delle personalizzazioni ai diversi pacchetti standard. Il sito web racconta la loro storia, tra le pagine, con le splendide foto dei paesaggi che ammirerete nel viaggio da loro proposto, potrete capirne la loro filosofia e farvi già un prospetto/preventivo di viaggio. Anche loro, curano un blog http://incoming-italy.blogspot.com dove potrete leggere tutte le news che riguardano il turismo religioso ma più in generale tutto il turismo.
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Abbey Travel ha anche un account sui social network Facebook e Twitter, molto “in voga” ai giorni nostri.
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venerdì 23 luglio 2010

PELLEGRINAGGI TORINO - ABBEY TRAVEL





Abbey Travel (www.abbeytravel.it) è una agenzia che organizza e promuove pellegrinaggi e itinerari turistico-religiosi in Italia e all'estero.

E' anche un valido supporto tecnico e pastorale per i Sacerdoti responsabili di comunità cristiane che desiderano promuovere pellegrinaggi con gruppi speciali.

Anche se Lourdes, Fatima, Terra Santa e San Giovanni Rotondo rappresentano il nucleo più importante dell'attività di Abbey Travel, sono numerose le altre mete raggiunte, in Italia e all'Estero.

Contattandoci alla email o telefono della nostra sede di Torino è possibile ricevere soluzioni di viaggio per tipologia di destinazione (Lourdes, Fatima e Santiago de Compostela - Terra Santa e Itinerari Biblici - altri itinerari in Europa e Paesi Extraeuropei - Itinerari in Italia - Pellegrinaggi di un giorno).

ABBEY Travel s.r.l.
Torino - 10138 - via Valdieri 20
Tel. +39 011 4338429 - Fax +39 011 4372522
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