Martedì grasso…c’era
stato l’invito a partecipare alla cena per il Capodanno cinese. Fino all’ultimo
avevo sperato di coinvolgere qualche amico a venire ma invano.
Ed ecco all’arrivo in
agenzia un invito di quelli che stuzzicano e, allo stesso tempo, fanno venire
sia l’acquolina in bocca...”Verresti con me al roadshow Gerusalemme, Cristina
ha annullato e non mi va di andarci da sola” mi dice Valeria e, avendo paura di
un mio rifiuto aggiunge, gettando l’esca fatale: “seguirà una cena presentata
dallo chef Kumalè!”
“Obbedisco”, dico parafrasando il famoso condottiero.
“Allora appuntamento
in via Sant’Anselmo, 4 alle 18.50, munisciti di biglietti da visita che ci sarà
pure un’estrazione con ricchi premi e cotillon!”
Siccome 35 anni di
ristorazione non sono acqua, il nostro eroe passò tutto il pomeriggio
fantasticando sulle prelibatezze che avrebbe gustato, sulle bellezze di
Gerusalemme che avrebbe visto e sulla piacevole serata alla scoperta della sua
algida collega Valeria.
Arrivata l’ora
fatidica si pone il primo problema della serata: siccome l’appuntamento era
presso il ristorante di cucina ebraica kasher Alef, era capire se la lettera ebraica che appariva
sulle vetrine del locale fosse effettivamente quella, anche perché nessuna
porta corrispondeva al numero civico indicato. Fortunatamente il dilemma venne
risolto dall’arrivo della mia accompagnatrice che, fresca del suo corso di
ebraico moderno, con sicurezza disse: “Sì, il locale è questo!!” Appena
pronunciate queste parole, da ogni angolo oscuro della via si materializzarono
figure di persone semi congelate e in
preda allo sconforto che da ore vagavano in cerca del locale Alef e, che come
me, digiuni dell’ebraico, avevano bussato ad ogni bar, taverna, ristorante,
locanda e hotel della via…
Così fu che la sala
adibita al roadshow, fino a quel momento vuota e desolata, si riempì di un
pubblico vociante e allegro, pronto a godersi una serata di bagordi, ma
soprattutto felice che l’invito non fosse un tragico scherzo carnevalesco.
Dopo la visione di un
interessantissimo filmato su Gerusalemme e una presentazione svolta dalle
autorità israeliane presenti, giunge il primo dei due avvenimenti tanto attesi
dal pubblico presente: l’estrazione di un soggiorno in uno dei più prestigiosi
hotel di Gerusalemme.
L’attesa era tanta,
ma siccome chi scrive sa che la fortuna è cieca, ma anche che la sfortuna ci
vede benissimo, aspettava con ansia che il suo biglietto venisse estratto.
Tanto per creare un po’ di suspense chi venne estratto per primo non si trovava
più tra il pubblico e a furor di popolo l’estrazione venne ripetuta…la fatal
mano acchiappò un biglietto da visita color crema di fava… lo stesso mio!! Alla
mia veneranda età certe emozioni possono essere fatali soprattutto quando alla
lettura del vincitore il nome scandito fu: “Valeria Vergnano!”
Il peggio fu far buon
viso e cattiva sorte, rallegrandomi con finta allegria con la mia collega e
maledicendo il fatto che la sorte mi avesse solo sfiorato!
Digerita la cocente
delusione ci apprestiamo a gustare la deliziosa cenetta, stuzzicato dai
deliziosi profumini che uscivano dalla cucina adiacente…
“Ora sarà servita la
cena, curata dallo chef Kumalè!” Da buon gastronomo odio il self-service,
soprattutto quando non c’è neanche un posto a sedere ma a caval donato…Valeria
ed io riusciamo a strappare un angolino sul limite estremo del bancone dove
facevano bella vista succulenti e appetitosi piatti della tradizione culinaria
ebraica. La ragazza, alla quale l’inaspettata vincita aveva provocato un appetito insaziabile, fece
veramente onore alla cucina con grande gioia dello scrivente a cui l’invidia
aveva fatto l’effetto opposto…liberatosi poi
un tavolino conclusero la serata tra dolciumi mediorientali e ciance in
libertà.
Giunto a casa,
raccontando la serata alla famiglia mentì spudoratamente dicendo loro: “per
fortuna non ho vinto, pensate non avrei saputo chi portare tra voi tre, ma
soprattutto il costo del biglietto aereo…e lì sparò un prezzo allucinante,
confidando nell’assoluta ignoranza dei suoi famigliari sulle tariffe aeree e
strappando loro un “Che fortuna, meno male che non hai vinto!!”
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