Avevo letto dell’iniziativa di Chef Kumalè denominata
“Turisti per casa” e quando sul suo sito ho letto questo annuncio:
“Il multi eathnic walk tour di Turisti per Casa del mese di marzo
si terrà il 23 p.v. e sarà guidato da Chef Kumalé a Porta Palazzo e avrà al suo
interno un focus
dedicato alla cultura delle spezie e la loro reperibilità sulla
piazza del Mercato: le nuove varietà, come sceglierle, conservarle ed
utilizzarle al meglio nelle diverse cucine del mondo. Il walk tour si terrà
sabato 23 marzo dalle ore 9.30 alle 12.30. S'inizia con uno spiced tea break a
base di masala chai e
dolci indiani”
L’ho
subito contattato e Vittorio, (il nome di Chef Kumalè) molto amabilmente, mi ha invitato a
partecipare alla scoperta di Porta Palazzo in sua compagnia.
L’appuntamento
era per le 09:30 presso il centro Centro Dar Al Hikma, in
via Fiochetto, 15. Il gruppo, particolarmente numeroso, è stato fatto
accomodare in un ampio salone dove Chef Kumalè ha illustrato le varie spezie
che vengono usate nelle varie cucine etniche, il loro uso e la loro
conservazione. Intanto preparava il tè indiano Masala, una bevanda energetica
molto comune in India.
Devo dire che Vittorio è un oratore eccezionale, un fuoco
d’artificio di aneddoti, cultura, battute e chi più ne ha, più ne metta…e l’ora
abbondante di conferenza è passata in un battibaleno. E’ seguito un assaggio di
dolci indiani dai nomi impronunciabili
accompagnati dal tè, di cui vi do la ricetta.
“Preparate una miscela di spezie composte da cardamomo,
chiodi di garofano, pepe nero e cannella in scorza in parti uguali, fateli
bollire in acqua come per fare un decotto, aggiungete tè nero in proporzione
90% tè e un 10% spezie, lasciate riposare. Aggiungete zucchero e latte e
sevite.”
Ad Eleonora, mia figlia, è piaciuto un sacco e ha fatto il
bis, così come a molti dei partecipanti, mentre i dolci sono risultati
stucchevoli alla maggior parte della gente presente in sala, essendo troppo
ricchi di zucchero, miele ecc.
Terminata la degustazione, è incominciato il giro vero e
proprio alla scoperta degli angoli segreti di Porta Palazzo.
Prima tappa i banchi di verdura “aliena”, di quei vegetali
che non appaiono mai sulla nostra mensa ma che vengono consumati in gran
quantità sulle tavole del Celeste Impero. Ormai i contadini cinesi, anche
grazie al nostro clima così simile a quello della Cina settentrionale, hanno
cominciato a coltivare vicino alla città tutte quelle verdure indispensabili in
ogni ristorante del Paese di Mezzo: daikon, cavolo e cipolline cinesi, germogli
di bambù e di soya…poi l’ingresso vero e proprio nel mercato coperto con la
visita di stand etnici di straordinaria varietà di prodotti, da quello romeno,
una profusione di insaccati e verdure conservate, a quello che vende
esclusivamente frattaglie di ogni tipo, dai rognoni al fegato, dalle granelle
alle uretre di toro, dalle mammelle alle zampe intere di vacca, stand preferito
dalla comunità nigeriana che lì trova gli ingredienti indispensabili per
cucinare il suo piatto nazionale, all’unica macelleria gestita da cinesi, la
meno cara e la più gettonata dai nostri
pensionati e da quelli che hanno il denaro contato, alla gastronomia
toscana, dove l’uso delle spezie per conservare e aromatizzare le carni continua una tradizione che
l’invenzione delle celle frigorifere ha fatto quasi scomparire nelle altre
cucine regionali.
Un assaggio di salsiccia e di roast-beef alle erbe ha
concluso la visita al mercato coperto.
Usciti, abbiamo imboccato via Borgo Dora per visitare uno
dei più forniti negozi di spezie della città. Il locale è piccolo, uno splendido scrigno che racchiude anfore,
ampolle, scatolette che traboccano di spezie di ogni colore, aroma e forma. La
maggior parte di provenienza malgascia, hanno nomi che evocano tempi lontani in
cui imperi fiorivano e si arricchivano grazie al loro commercio, navigatori ed
esploratori partivano dall’Europa alla loro ricerca, famiglie salivano alla
ribalta grazie ai denari che la loro vendita procurava.
Nomi come pepe nero, verde o rosa, vaniglia Bourbon in
stecche, aneto, anice stellato, coriandolo, combava, cumino, curcuma, fieno
greco, noce moscata, papavero in semi, paprica piccante o dolce, pili-pili
evocano paesi lontani e misteriosi, cucine strane e pozioni magiche, odori e
suoni ancestrali…
La proprietaria è una signora la cui storia personale è un
esempio di integrazione di quanto la comunità straniera possa arricchire la
nostra città.
La signora Edith Elise Jaomazava è nata nel Madagascar nel
1970, vive in Italia dal 1997. Nel 2004 ha fondato la Sa.Va., azienda di
import e commercializzazione di spezie
dal suo paese, grazie alla quale ha contribuito anche ha dare occupazione ai
lavoratori nel suo paese natale.
Il tour è terminato con la visita del più fornito
supermercato etnico della città, l’Asian Market, situato in corso Regina,
angolo Piazza della Repubblica.
Mecca per chiunque cerchi ingredienti “strani” per cucinare
piatti di origine asiatica o africana è un emporio che sembra uscito da un libro
di Harry Potter, che odora di avventure salgariane o da “Giro del Mondo in
Ottanta Giorni”…
Qui ho comprato un pomelo, frutto della famiglia dei
pompelmi, adatto ad insalate a base di gamberetti, zenzero fresco, lemongrass,
un’erba dallo spiccato aroma di limone, tamarindo fresco da succhiare come una
caramella, vari tipi di pasta di riso, un barattolo di pasta di peperoncini
originari delle Antille e un sacchetto
di habaneros rossi, a detta di Chef, i più piccanti al mondo.
Vorrei ringraziare Vittorio per avermi dato la possibilità
di “viaggiare” sottocasa, scoprendo luoghi da sempre dietro l’angolo, ma
proprio per questo snobbati dai più…anche questo fa parte della cultura del
viaggio di cui Abbey Travel vuole diventare
portavoce ampliando e approfondendo la collaborazione con Chef Kumalè sia qui in “casa”nostra, sia promuovendo
viaggi all’insegna della cultura eno-gastronomica nelle varie parti del nostro
piccolo-grande globo terracqueo.
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