lunedì 25 marzo 2013

WALK TOUR "TURISTI PER CASA" sabato 23 Marzo 2013



 Cari amici, voglio raccontarvi la bellissima esperienza di sabato scorso.
Avevo letto dell’iniziativa di Chef Kumalè denominata “Turisti per casa” e quando sul suo sito ho letto questo annuncio:
“Il multi eathnic walk tour di Turisti per Casa del mese di marzo si terrà il 23 p.v. e sarà guidato da Chef Kumalé a Porta Palazzo e avrà al suo interno un focus dedicato alla cultura delle spezie e la loro reperibilità sulla piazza del Mercato: le nuove varietà, come sceglierle, conservarle ed utilizzarle al meglio nelle diverse cucine del mondo. Il walk tour si terrà sabato 23 marzo dalle ore 9.30 alle 12.30. S'inizia con uno spiced tea break a base di masala chai e dolci indiani”
L’ho subito contattato e Vittorio, (il nome di Chef Kumalè) molto amabilmente, mi ha invitato a partecipare alla scoperta di Porta Palazzo in sua compagnia.
L’appuntamento era per le 09:30 presso il centro Centro Dar Al Hikma, in via Fiochetto, 15. Il gruppo, particolarmente numeroso, è stato fatto accomodare in un ampio salone dove Chef Kumalè ha illustrato le varie spezie che vengono usate nelle varie cucine etniche, il loro uso e la loro conservazione. Intanto preparava il tè indiano Masala, una bevanda energetica molto comune in India.
Devo dire che Vittorio è un oratore eccezionale, un fuoco d’artificio di aneddoti, cultura, battute e chi più ne ha, più ne metta…e l’ora abbondante di conferenza è passata in un battibaleno. E’ seguito un assaggio di dolci indiani dai nomi impronunciabili  accompagnati dal tè, di cui vi do la ricetta.
“Preparate una miscela di spezie composte da cardamomo, chiodi di garofano, pepe nero e cannella in scorza in parti uguali, fateli bollire in acqua come per fare un decotto, aggiungete tè nero in proporzione 90% tè e un 10% spezie, lasciate riposare. Aggiungete zucchero e latte e sevite.”
Ad Eleonora, mia figlia, è piaciuto un sacco e ha fatto il bis, così come a molti dei partecipanti, mentre i dolci sono risultati stucchevoli alla maggior parte della gente presente in sala, essendo troppo ricchi di zucchero, miele ecc.
Terminata la degustazione, è incominciato il giro vero e proprio alla scoperta degli angoli segreti di Porta Palazzo.
Prima tappa i banchi di verdura “aliena”, di quei vegetali che non appaiono mai sulla nostra mensa ma che vengono consumati in gran quantità sulle tavole del Celeste Impero. Ormai i contadini cinesi, anche grazie al nostro clima così simile a quello della Cina settentrionale, hanno cominciato a coltivare vicino alla città tutte quelle verdure indispensabili in ogni ristorante del Paese di Mezzo: daikon, cavolo e cipolline cinesi, germogli di bambù e di soya…poi l’ingresso vero e proprio nel mercato coperto con la visita di stand etnici di straordinaria varietà di prodotti, da quello romeno, una profusione di insaccati e verdure conservate, a quello che vende esclusivamente frattaglie di ogni tipo, dai rognoni al fegato, dalle granelle alle uretre di toro, dalle mammelle alle zampe intere di vacca, stand preferito dalla comunità nigeriana che lì trova gli ingredienti indispensabili per cucinare il suo piatto nazionale, all’unica macelleria gestita da cinesi, la meno cara e la più gettonata dai nostri  pensionati e da quelli che hanno il denaro contato, alla gastronomia toscana, dove l’uso delle spezie per conservare e aromatizzare  le carni continua una tradizione che l’invenzione delle celle frigorifere ha fatto quasi scomparire nelle altre cucine regionali.
Un assaggio di salsiccia e di roast-beef alle erbe ha concluso la visita al mercato coperto.
Usciti, abbiamo imboccato via Borgo Dora per visitare uno dei più forniti negozi di spezie della città. Il locale è piccolo, uno  splendido scrigno che racchiude anfore, ampolle, scatolette che traboccano di spezie di ogni colore, aroma e forma. La maggior parte di provenienza malgascia, hanno nomi che evocano tempi lontani in cui imperi fiorivano e si arricchivano grazie al loro commercio, navigatori ed esploratori partivano dall’Europa alla loro ricerca, famiglie salivano alla ribalta grazie ai denari che la loro vendita procurava.
Nomi come pepe nero, verde o rosa, vaniglia Bourbon in stecche, aneto, anice stellato, coriandolo, combava, cumino, curcuma, fieno greco, noce moscata, papavero in semi, paprica piccante o dolce, pili-pili evocano paesi lontani e misteriosi, cucine strane e pozioni magiche, odori e suoni ancestrali…
La proprietaria è una signora la cui storia personale è un esempio di integrazione di quanto la comunità straniera possa arricchire la nostra città.
La signora Edith Elise Jaomazava è nata nel Madagascar nel 1970, vive in Italia dal 1997. Nel 2004 ha fondato la Sa.Va., azienda di import  e commercializzazione di spezie dal suo paese, grazie alla quale ha contribuito anche ha dare occupazione ai lavoratori nel suo paese natale.
Il tour è terminato con la visita del più fornito supermercato etnico della città, l’Asian Market, situato in corso Regina, angolo Piazza della Repubblica.
Mecca per chiunque cerchi ingredienti “strani” per cucinare piatti di origine asiatica o africana è un emporio che sembra uscito da un libro di Harry Potter, che odora di avventure salgariane o da “Giro del Mondo in Ottanta Giorni”…
Qui ho comprato un pomelo, frutto della famiglia dei pompelmi, adatto ad insalate a base di gamberetti, zenzero fresco, lemongrass, un’erba dallo spiccato aroma di limone, tamarindo fresco da succhiare come una caramella, vari tipi di pasta di riso, un barattolo di pasta di peperoncini originari delle Antille  e un sacchetto di habaneros rossi, a detta di Chef, i più piccanti al mondo.
Vorrei ringraziare Vittorio per avermi dato la possibilità di “viaggiare” sottocasa, scoprendo luoghi da sempre dietro l’angolo, ma proprio per questo snobbati dai più…anche questo fa parte della cultura del viaggio di cui Abbey  Travel vuole diventare portavoce ampliando e approfondendo la collaborazione con Chef Kumalè  sia qui in “casa”nostra, sia promuovendo viaggi all’insegna della cultura eno-gastronomica nelle varie parti del nostro piccolo-grande globo terracqueo.


PL. B.

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