22/4/11
Una notte di volo, l’aereo atterra…Swagatam! Benvenuti in India
L’aeroporto di Delhi ci fa sentire come fossimo ancora in Europa, ma appena fuori si sente già aria d’Oriente.
Un sosta in albergo e poi inizia il nostro tour: la moschea, il mercato del quartiere Chandni Chowk, la tomba di Gandhi… la città vecchia e quella nuova sono due mondi diversi, entrambi affascinanti. Tuttavia, per un occidentale, è senza dubbio il quartiere del mercato quello che colpisce maggiormente. Veniamo catapultati in questa realtà a bordo di un risciò. E’ così strano vedere qualcuno che pedala per noi, è ingiusta tutta questa fatica, ma da un altro punto di vista.. questo lavoro è ciò che consente a molti di sfamare se stessi e le proprie famiglie. Attraversiamo il mercato nelle sue stradine strette e molto affollate; odori, colori e rumori creano attorno a noi un’atmosfera surreale dalla quale veniamo distolti ogni qual volta un’auto o un risciò sembrano venirci addosso.
Scende la sera e Delhi ci regala un altro momento molto particolare. Alì, la nostra guida, ci porta al tempio dei Sikh: il tempio bianco si staglia nel cielo che inizia a oscurarsi, i pellegrini si avviano alla preghiera portando alle divinità il dolce che viene venduto appena fuori. C’è qualcos’ altro di molto particolare in questa comunità di credenti: molti di loro prestano servizio volontario al tempio, si occupano delle pulizie, ma non solo… ci sono infatti grandi cucine dove viene preparato il pane e dove bollono enormi pentoloni di verdure per la condivisione del pasto.
23/4/11
Da Delhi ci spostiamo verso Mandawa, piccolo paesino caratterizzato dalle Haveli, case private affrescate fra il XIX e l'inizio del XX secolo, spesso proprietà di ricchi commercianti, ancora abitate ma aperte alla visita. Al tramonto ci attende un altro momento molto forte, al tempio induista di Mandawa assistiamo alla puja, la preghiera della sera; i bramini si posizionano e inizia il rituale fatto di suoni che riempiono l’ambiente, di frasi ripetute come mantra e di movimenti con il fuoco. Rimango sbalordita.
24/4/11
Ripartiamo presto per Jaipur, la “città rosa” capitale del Rajasthan. Durante il tragitto ci fermiamo in strade di campagna dove vivono famiglie di allevatori; ci avviciniamo mentre le donne lavorano nel campo e osserviamo da vicino le loro capanne. Ci sembra di invadere la loro intimità, eppure per loro sembra essere tutto così normale! Forse è molto diverso il loro concetto di "casa"..in effetti in generale vivono tutti per la strada, all'aria aperta.
Arrivati a Jaipur la nostra visita inizia con l’artigianato locale. Ci rechiamo in una fabbrica di tessuti dove possiamo assistere alla lavorazione delle stoffe stampate e dei tappeti. Mi stupisce la precisione dei movimenti e la minuzia con la quale gli artigiani realizzano il loro lavoro. Nel tardo pomeriggio andiamo verso il tempio; collocato in un grande parco, è luogo di preghiera, riposo e incontro per centinaia di persone. Rientrati al nostro hotel ci accomodiamo per la cena in giardino, allietati da un gruppo di suonatori con ballerine che si esibiscono in danze sensuali, quasi circensi. ..E’ impressionante la loro capacità di controllare e “comandare” il proprio corpo … la ballerina principale è riuscita a tenere 5 vasi sulla testa senza mai fermare la sua danza!
25/4/11
Partenza di primo mattino per la visita al Forte di Amber; la temperatura è ancora gradevole e non c’è folla, questo ci consente di non dover aspettare prima di salire a bordo dei nostri elefanti! Con il loro passo lento questi maestosi animali dal muso decorato ci portano fino in cima, dove inizia la visita. La nostra guida Alì ci conduce alla scoperta di questa incredibile costruzione medievale che domina tutta la pianura. La vista è sorprendente, come lo è la stupenda sala degli specchi, dove il Maharagia dava udienze pubbliche.
Nelle ore più calde ci rechiamo alla fabbrica delle pietre per osservarne la lavorazione e fare un po’ di shopping! Argenti e pietre preziose catturano la nostra vista..
Nel pomeriggio ritorniamo nella zona centrale della città per visitare il City Palace, in parte ancora abitato, con i suoi musei dei tessuti e delle armi e con l’interessantissimo osservatorio astronomico.
Facciamo una sosta davanti al Palazzo dei venti, una “facciata” collegata al Palazzo ma da questo separato, dove le donne avevano appartamenti privati dalle cui finestre potevano osservare, senza essere viste, i movimenti della città.
La nostra giornata si conclude nel bazar, cuore pulsante della città.
26/4/11
L’ itinerario prosegue con la visita di Fatehpur Sikri, la “città fantasma” realizzata nel 1570 in stile indù-islamico e abitata solo per una ventina d’anni; la scarsità d’acqua e le assenze del Maharagia impegnato in guerre di conquista portarono all’abbandono della città. Lasciamo Fatehpur e ci spostiamo ad Agra, qui ci attendono due dei più celebri monumenti.
Costruito con l’arenaria rossa tipica delle costruzioni Moghul, il Forte Rosso era rifugio sicuro per le ricchezze del Maharagia e per la popolazione sotto assedio.
Dall’alto del forte si può vedere in lontananza il celebre Taj Mahal, monumento all’amore costruito da Shah Jahan per la defunta moglie Mumtaz Mahal. Superata la porta che introduce al complesso, sembra di entrare in una realtà incantata. Ho sempre avuto l’impressione, guardando le foto del Taj Mahal, che questo fosse soltanto un disegno; anche dal vivo, osservandolo da lontano, continua a sembrarmi qualcosa di intangibile, tanto che, avvicinandomi, temo quasi che possa sparire… forse che sia, anche in questo suo aspetto, una metafora dell’amore?
Alla stazione aspettiamo il treno per Jhansi; ci guardiamo attorno… il livello di sicurezza non è esattamente come in Occidente per quanto riguarda la sosta e l’attraversamento dei binari; però sono addirittura dotati di display che indicano il punto in cui si deve salire per accedere al proprio vagone. Arrivati a Jhansi, il pullman ci porta fino a Orchha per la visita del bellissimo palazzo.
Ci rimettiamo in moto per arrivare a Khajuraho; lungo la strada ci fermiamo più volte in piccoli villaggetti; mamme e bambini ci attendono sotto il pullman, sono sorridenti e i loro volti si illuminano quando vedono che abbiamo per loro penne e matite..intorno a loro case misere, qualche animale e molto colore.
Khajuraho: visitiamo il sito, divenuto patrimonio dell’Unesco, nel quale si trovano templi induisti le cui pareti esterne riportano scene erotiche del Kamasutra. Secondo la tradizione tantrica, la soddisfazione dei desideri terreni è uno dei modi per raggiungere il nirvana.
Nel pomeriggio giungiamo, in aereo, a Varanasi e subito ci immergiamo in questa caotica e affascinante città sacra.
29/4/11
Sveglia nel cuore della notte, ci attende uno dei momenti più forti del nostro viaggio: la navigazione sul Gange all’alba. Ci avviamo e vediamo che la città è già sveglia o forse non è mai andata a dormire. Molte persone si avviano verso il fiume, alcune intonando una preghiera.
Saliamo tutti insieme su una barca dopo aver acquistato da venditrici ancora bambine i lumini che dovremo abbandonare sulla superficie dell’acqua dopo aver espresso un desiderio. Ne compro due, provo a credere a questa magia…
Inizia la navigazione e vediamo sulle rive decine di persone che si immergono, si lavano, tendono le mani verso il sole raccolti in preghiera. I loro gesti sono lenti… è un vero rituale che coinvolge anima e corpo. Acqua e sole probabilmente infondono alla persona una serenità e un’energia che forse noi occidentali non riusciamo più a raggiungere.
Il nostro percorso prosegue e arriviamo al crematorio principale, qui vengono portati i defunti, poche ore dopo la loro morte, per il rito della cremazione. Ci avviciniamo con discrezione mentre continuano ad arrivare corpi avvolti. Il silenzio sembra avvolgere tutto e fermare il tempo; in questa scena c’è l’ineluttabilità della morte ma anche la sua accettazione. Un induista desidera vivere i suoi ultimi giorni a Varanasi, sa che morendo qui raggiungerà la Moksha , ossia la salvezza.
Ci spostiamo poi al parco del Sarnath dove troviamo invece i templi buddisti; Alì ci racconta la storia di Siddartha, è impressionante rendersi conto che molti elementi presenti nelle storie sacre accomunano religioni apparentemente molto distanti.
Verso il tramonto ritorniamo sulle rive del Gange per la puja, la preghiera serale alla quale accorrono migliaia di pellegrini. Ci posizioniamo su una balconata affacciata sul fiume e da qui osserviamo… Continuano ad arrivare barche di pellegrini, poi iniziano a risuonare i tamburi, il loro suono mette a tacere tutto il resto, iniziano le orazioni come ritornelli e i bramini posizionati davanti agli altari compiono gesti rituali con sincronismo perfetto. L’atmosfera rapisce lo sguardo e il respiro, si è come incantati, i corpi ondeggiano involontariamente seguendo il ritmo della preghiera.
Il nostro viaggio sta per volgere al termine. Un aereo ci riporta a Delhi e sembra di essere tornati a casa. Completiamo la visita della città con il forte rosso di Shah Jahan, sintesi di arte Persiana, Europea e Indiana.
1/5/11
Salutiamo Delhi e decolliamo…
Come dicono i nostri amici indiani “ Il tour finisce ma i ricordi restano, per sempre”
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