giovedì 9 maggio 2013

TAIWAN: L’ALTRA CINA TRA MODERNITA’ E TRADIZIONE

Taiwan D2
I primi europei che si imbatterono nell’isola di Taiwan furono i portoghesi che, ammaliati dalla bellezza del luogo la chiamarono Ilha formosa, l’isola incantevole

Dopo di loro arrivarono olandesi, spagnoli, cinesi della terraferma e infine i giapponesi. Tutti rimasero affascinati dalle bellezze naturali del luogo. L’ultima grande e massiccia “invasione” fu quella dei cinesi del Partito Nazionalista, Kuomintang, sconfitto da Mao Zedong. 

Taiwan D2L’isola, per decenni, rappresentò l’unica Cina agli occhi del mondo, fino a quando la realpolitik prese il sopravvento e Taiwan, nel 1971, venne espulsa dall’ ONU in favore della Repubblica Popolare Cinese. Da allora esiste uno stato “fantasma” che, tranne pochissimi paesi, a livello politico non viene riconosciuto benché rappresenti un gigante economico con cui la totalità dei paesi del mondo fa lucrosi affari. La stessa Repubblica Popolare che, a parole, minaccia continuamente la stessa sopravvivenza dell’isola, intrattiene lucrosi e giganteschi affari con Taipei.. Agli occhi di Pechino la soluzione per riportare l’isola “ribelle” alla riunificazione potrebbe essere quella adottata per Hong Kong “due sistemi per un unico paese” ma più il tempo passa più l’idea che essere taiwanesi sia ben diverso che essere cinesi allontana questa possibilità. Altri ostacoli sono la ricchezza pro-capite degli abitanti dell’isola, la loro libertà individuale, una stampa libera e un sistema politico molto “occidentale” che sono l’esatto opposto di quelli della Cina continentale. Oltretutto i due paesi divergono ormai anche nella lingua, non tanto quella parlata, quanto in quella scritta. 

Nella R.P.C. è stata introdotta una riforma di semplificazione dei caratteri, mentre a Taiwan si scrive ancora in modo tradizionale. Anche nella traslitterazione i due paesi divergono: mentre nel Paese di Mezzo è stato introdotto, fin dagli anni ’50 del secolo scorso, il metodo “pinyin” a Taiwan continuano ad usare i vecchi sistemi Wade-Giles e tong-yong, talvolta mescolati l’uno all’altro con il risultato che lo stesso toponimo traslitterato si trovi scritto in tre modi differenti. 

Un esempio banale: una via cittadina può venire traslitterata con PATE, PATEH o BADE a seconda del cartografo che ha compilato la mappa. Taiwan custodisce gelosamente il retaggio di quello che fu il Celeste Impero, al contrario di quello che succede, e successe sulla terraferma durante la Rivoluzione Culturale. 

Palace Museum GroundsNei suoi musei sono conservati reperti di inestimabile valore portati qui da Chiang Kai-shek durante la sua precipitosa fuga dalla Cina. Si dice che l’ottanta per cento di tutti i tesori artistici che si trovavano sulla terraferma siano ora custoditi nel Museo del Palazzo Nazionale. 

Vero o falso che sia qui si trovano circa 650.000 pezzi tra giade, bronzi, quadri, statue ma solo 15.000 sono messe in esposizione a rotazione. Il resto di questo tesoro è tenuto in migliaia di casse in gallerie, ove circola aria condizionata, scavate nella montagna alla quale è addossato l’imponente edificio in stile tradizionale. 

Quello che agli occhi delle autorità politiche comuniste era apparso come uno dei più grandi saccheggi della storia si è rivelato una fortuna per l’umanità intera perché averli portati a Taiwan li ha messi al riparo dalle distruzioni iconoclaste della Rivoluzione Culturale che tanti danni irreparabili ha causato al patrimonio culturale cinese.

Pierluigi Bertotti

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